MOTI RIGIDI
1) Si definisce
corpo rigido un qualsiasi corpo tale
che, dati due punti Pi e Pj, ad esso appartenenti,
sia
Analogamente è definito, moto di un corpo rigido L,
lo studio del moto di un sistema solidale S, ad esso associato, rispetto
ad un sistema fisso .
Per determinare il moto di un corpo rigido, costituito o
meno da un numero finito di punti, è necessaria la conoscenza della
configurazione e dell’ atto di moto iniziali di ogni punto del sistema.
Sia L un corpo rigido, la velocità
di un qualsiasi punto P del sistema solidale può essere espressa
mediante la velocità del
punto O di S rispetto a
più
un altro vettore dovuto alle variazioni dei versori solidali rispetto a
.
Introduciamo a proposito il seguente Teorema (di
Poisson):
In ogni moto rigido esiste uno ed un solo vettore
, dipendente dal tempo, tale che per ogni versore solidale
si
ha
(1.1)
Dimostrazione
Poiché la derivata di un versore è sempre
ortogonale al versore stesso, relativamente ad esisteranno
opportuni vettori
tali
per cui
;
;
tenendo conto delle relazioni di ortogonalità fra i versori di una terna ortonormale
;
;
e derivando rispetto al tempo, si ha
;
;
.
Prendendo la prima relazione e lavorando su di essa, le altre seguiranno per analogia, si ottiene:
.,
ma
e
,
da cui
.
definendo le componenti di
e sostituendole nella relazione trovata:
.,
da cui, svolgendo i prodotti vettoriali,
.,
ed, infine, i prodotti scalari,
.
ovvero
.
Lavorando analogamente per le altre due relazioni si perviene al seguente risultato:
.;
;
ricapitolando i risultati ottenuti i tre vettori
si presentano nella forma
rimarrebbero da definire ,
ma la componente i-esima è sempre nulla ( infatti
)e quindi i vettori
possono essere definiti a meno di quella componente (che, quindi, sceglieremo
uguale a quelle trovate),
.
Così facendo si ottiene:
.
con
.
Per ogni versore solidale
si ha
da cui
che raccolto a fattore è ovvero
proprio
come
volevamo dimostrare.
Provatane l’ esistenza rimane da stabilire l’ unicità
del vettore
per far questo si procederà supponendo l’ esistenza di un vettore
che
soddisfi, contemporaneamente ad
,
la relazione di Poisson:
.
e
ovvero
.
da cui
o, meglio
dall’ ultima relazione, per l’ arbitrarietà del
vettor ,
si evince
.
2)
Per individuare la posizione del corpo L, istante per istante, sono sufficienti 3 coordinate per il punto O del sistema solidale (che forniscono la distanza del corpo dal sistema fisso), più gli angoli di Eulero per individuare la giacitura dei piani xy ; yz ; xz (che forniscono l’ orientazione del corpo rispetto al sistema fisso).
In tutto si tratta di 6 coordinate, esattamente tante quanti sono i gradi di libertà del corpo rigido nello spazio.
Preso un punto P appartenente al corpo rigido: vogliamo vedere come si muove P.
1) Anzitutto si associa al punto P un vettore solidale come, ad esempio, (P-O)
2) Si deriva rispetto al tempo: ,
ma, per Poisson è
.
Rispetto a la
rappresenta
la velocità del punto P meno la velocità del punto O, ovvero
,
esplicitando la velocità del punto P, si ha
(2.1)
che rappresenta la legge di variazione del moto ed è la formula fondamentale dei moti rigidi.
Mediante questa legge è possibile esprimere le
velocità di un qualsiasi punto P del sistemanS mediante la
velocità di
un altro punto O di S e del vettore
=
(non
si dimentichi che O è un punto qualsiasi del sistema solidale e
non necessariamente l’ origine) .
Per verificare la validità della formula dimostriamo che:
i) Se il moto è rigido, vale la (2.1).
i) Se vale la (2.1), allora il moto è rigido.
i) Supponendo il corpo rigido per ipotesi, è ,
derivando rispetto al tempo ed applicando Poisson
si evince immediatamente la tesi.
ii) Posta valida per ipotesi la legge (2.1) mostriamo che il corpo altro non può essere che rigido.
.,
moltiplico scalarmente per (P-O)
.;
poiché ,
per cui rimane
,
ovvero:
,
Questa quantità è uguale a 0 e lo rimarrà
anche moltiplicandola per
,
.,
utilizzando una notazione un po' piratesca indichiamo questo termine come
,
che derivato da
, ovvero
poiché la derivata è nulla, (P-O) deve rimanere
costante nel tempo e, quindi, (il
corpo è rigido).
I vettori ed
che compaiono nella legge (2.1)(e dipendono generalmente dal tempo) caratterizzano
completamente il moto rigido , e sono detti:
.Velocità
di traslazione.
.Velocità
di rotazione.
Assegnare la velocità di
un qualsiasi punto O, e la velocità angolare
,
significa caratterizzare completamente uno degli
moti possibili del sistema rigido.
L’ espressione dell’ accelerazione del punto P, rispetto
a ,si ottiene
derivando la (2.1) rispetto al tempo:
(2.2)
L’ accelerazione di P è espressa in funzione della
accelerazione del punto O, della velocità di rotazione
e della sua derivata
.
Il termine
è detto termine centripeto ed è
diretto da P verso l’ asse parallelo ad
per O.
Si ponga attenzione al risultato intermedio ottenuto durante la dimostrazione della validità della (2.1) per il moto rigido:
(2.3)
questa relazione afferma che le proiezioni del vettore e
del vettore
lungo
la retta (P-O) sono uguali ciò vale per tutti i punti che appartengono
alla stessa retta.
Il significato dell’ espressione è intuitivo: se la proiezione della velocità lungo la congiungente fra due punti fosse diversa, il corpo si romperebbe ed addio rigidità (come possono due punti rigidamente collegati, avere, nella stessa direzione, velocità diverse?).
Moltiplicando scalarmente la (2.1) per
si ha
.
(2.4)
Questa relazione assicura che la componente della velocità,
lungo il vettore ,
è sempre uguale per qualsiasi punto del corpo rigido (all’ istante
t); stando così le cose questa componente (scalare) risulta invariante
rispetto ad O, ed è detta invariante scalare del sistema
L, all’ istante t; definiamo la componente
della velocità secondo la direzione
:
questa componente, parallela ad ,
è detta invariante vettoriale.
3)
E’ possibile scomporre la velocità nelle due componenti,
una parallela e l’ altra normale alla direzione di :
;
in un punto P ho
ma l’ espressione è
tutta perpendicolare ad
,
è lecito chiedersi se esisteranno dei punti del corpo rigido per
i quali questa espressione risulti nulla e l’ intera velocità si
riduca alla sola componente parallela (sarà così trovato
il luogo dei punti con velocità minima).
ovvero
.
quest’ ultima equazione equivale ad una relazione del
tipo che,
per il teorema di Rouché-Capelli ha
soluzioni,
il problema si riduce alla ricerca dei punti A tali per cui
;
moltiplicando vettorialmente per
,
sfruttando le proprietà del doppio prodotto vettoriale,
,
ed
sono perpendicolari e, dunque, il loro prodotto scalare è nullo,
rimane
da cui
e, quindi,
per l’anticommutatività del prodotto vettoriale.
Se alla si
aggiunge la
,
quest’ ultima non viene ad influire sul prodotto vettoriale,
essendo parallela ad
;
consente, però, di scrivere la formula generale:
. (3.1)
Tutti i punti passanti per A e giacenti sulla retta parallela
ad hanno
velocità minima, questa retta prende il nome di asse di moto, che,
dipendendo dal tempo, potrà essere diverso da istante ad istante,
per cui si chiamerà asse istantaneo di moto.
L’ equazione dell’ asse sarà
con
punto
generico della retta, ed
soluzione della (3.1); in termini di coordinate, assumendo O come origine,
siano
le componenti di
,
supposte tutte diverse da zero, l’ equazione della retta cercata sarà:
(3.2)
con
risultati del prodotto vettoriale:
;
;
dove
ed
.
La retta individuata prende
il nome di asse istantaneo di moto, essa rappresenta il luogo geometrico
dei punti che hanno solo velocità
e, come tale, la minima possibile rispetto ad ogni altro punto esterno
ad essa.
Se la ,
allora i punti che le appartengono sono istantaneamente fermi.
Si noti che l’ esistenza di tale asse è assicurata
ogni qualvolta sia .
4)
Il luogo delle successive posizioni dell’asse di istantanea rotazione è una superficie rigata (qualsiasi superficie che si ottiene dal moto continuo di una retta si definisce rigata [cilindro, cono, ..]), infatti l’ equazione (3.2) rappresenta l’ intersezione di due piani:
piano
con il piano
;
un osservatore posto in (fisso)
vedrà una superficie rigata detta rigata fissa del moto,
un altro osservatore posto in S (solidale) vedrà, in genere, una
rigata diversa detta rigata mobile del moto.
Rigata fissa e mobile hanno, all’ istante t, la stessa generatrice lungo la quale sono in contatto l’ una con l’ altra, essa è l’ asse istantaneo di moto.
I punti che appartengono a tale asse possono avere:
i) Velocità nulla, quando ;
ii) Velocità sempre parallela ad .
Durante il moto la rigata mobile ruota di un angolo attorno
all’asse istantaneo di moto sulla rigata fissa nel tempo infinitesimo
;
in questa rotazione vengono a contatto due nuove generatrici infinitamente
vicine.
5)
Traslazioni
Il moto rigido conserva le direzioni ed in ogni istante si ha ,
chiaramente l’ asse istantaneo di moto rimane indeterminato.
Precessioni
Si chiama moto di precessione un qualunque moto rigido con un punto fisso.
Se O è il punto fisso ed ,
la formula fondamentale del corpo rigido diviene
e
l’ asse di istantanea rotazione passa per O. In questo caso le superfici
rigate sono dei coni detti coni di Poinsot.
Rotazioni
La rotazione è un caso particolare di precessione con il vettore
che mantiene una direzione fissa.
Un qualsiasi punto P, esterno ad ,
descrive una circonferenza attorno ad esso, e per questo motivo
prende il nome di velocità di rotazione.
La matrice di rotazione propria (vedi angoli
di Eulero) è una rotazione in z
Moti elicoidali
Il moto elicoidale è un moto rigido che mantiene fisso l’ asse
di istantanea rotazione, ma ha invariante scalare
diverso da zero. Un esempio di moto elicoidale è il moto della vite.
SUSSIDI DIDATTICI
E’ possibile richiamare il programma "MOVEAXIS"; dello studente Marco Martiri per la visione di solidi in moto di rotazione, precessione, per la visualizzazione delle due rigate, nonché delle intersezioni di queste con un piano perpendicolare all’ asse di rotazione.
Il programma è di utilizzo semplice ed intuitivo; utilizzare il cursore per muoversi all’ interno delle varie voci, ENTER come accettazione, ed il tasto ESC per cambiare vista prospettica durante l’ esecuzione del moto.
Consentiteci una domanda; chi è per noi il prof. Giovanni Frosali ???